28/02/13

Che succede ai delfini del Mediterraneo?



Da ormai due mesi si registrano lungo le coste del Mediterraneo e, in particolare, del Tirreno numerosi spiaggiamenti di delfini. Con gli ultimi nel litorale laziale siamo arrivati a quota 57 esemplari.  Ancora incerte le cause sulle quali, a breve, dovrebbe esprimersi il Ministero dell’Ambiente.
Ecco alcuni link sugli ultimi spiaggiamenti in Italia:


25/02/13

Cetacean news

Scoperti nuovi progenitori delle balene

Un nuovo studio rivela che i fossili ritrovati in un cantiere edile in California appartengono a quattro nuove specie di progenitori delle balene.

Meredith Rivin, paleontologa presso la California State University di Fullerton, ha annunciato, durante il meeting annuale dell'American Association for the Advancement of Science tenutosi a Boston, che nel sito californiano sono state ritrovate 11 specie di balene, tra cui quattro del tutto nuove. 

I fossili delle nuove specie appartengono al gruppo dei misticeti, un gruppo di cetacei privi di denti peró muniti di fanoni usati per filtrare l'acqua di mare e cibarsi. Le quattro nuove specie, che possedevano invece i denti (a differenza dei loro parenti attuali), non sono antenate dirette delle moderne balene quanto piuttosto rappresentano una forma di passaggio vicina alle specie che avrebbero dato origine alle balene che conosciamo oggi. 

Nel 2000, durante i lavori di costruzione di una nuova strada attraverso Laguna Canyon (Los Angeles), una squadra di operai scoprì un affioramento roccioso disseminato di fossili di balena risalenti a circa 17-19 milioni di anni fa.

I paleontologi che hanno lavorato accanto agli operai stradali, in cinque anni di scavi, hanno scoperto centinaia di ossa di balena e più di 30 crani. Tre delle nuove specie sono relativamente piccole, come dei moderni delfini, ha detto Rivin. Una delle specie più grandi, invece, una balena di 9 metri del genere Morawanocetus, è simile ad un'altra specie di balene antiche, Llanocetus denticrenatus, che si pensava estinta 35 milioni di anni fa. 


source:http://www.nationalgeographic.it/scienza/2013/02/21/news/nuovi_fossili_di_antiche_balene-1522053/

22/02/13

Cetacean News

Strage delfini, 45 morti da gennaio nel Tirreno
ROMA - Ieri è stao incontrato un altro individuo spiaggiato di 'stenella coeruleoalbanel porto di Civitavecchia, portando a 45 i numeri di esemplari trovati morti sulle spiagge del Tirreno dai primi di gennaio, contro una media annuale di quattro. Questo l'annuncio che ha diramato ieri il ministero dell'Ambiente ricordando che altre due carcasse di 'stenella striata' sono state scoperte ieri sulle spiagge del Lazio, a Terracina e Sperlonga.

Secondo il ministero dell'Ambiente le prime indicazioni fanno pensare che gli animali siano vittime di infezioni batteriche, ma solo delle accurate analisi potranno stabilire con certezza il motivo della strage dei delfini. 
La causa piu' probabile potrebbe essere di natura infettiva (in numerose carcasse e' stata rinvenuta traccia di un batterio, photobacterium damselae, che puo' portare a sindrome emolitica e lesioni ulcerative). 
Per questo motivo nelle prossime settimane i ricercatori approfondiranno l'eventuale presenza di virus e l'eventuale fioritura di alghe anomale.

source:http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2013/02/20/Strage-delfini-45-morti-gennaio-Italia_8283004.html

08/02/13

Cetacean news

Il 75% della carne di balena invenduta in Giappone.

Ieri "l'Istituto di Ricerca sui Cetacei" giapponese ha dichiarato che il 75% della carne di balena (circa 1.089 ton), proveniente dalla controversa caccia del Giappone dell’anno scorso nelle acque del Pacifico, andrà probabilmente distrutta, o comunque non è stata venduta ad acquirenti privati.
La vendita di questa carne si distingue dai programmi più piccoli di caccia costiera nel nord del Giappone, la cui carne attira ancora acquirenti perché si tratta di pesce fresco. Al contrario, la carne di balena che proviene dagli oceani è congelata, e questo sembra scoraggiare gli acquirenti.
Nonostante le aste regolari tra novembre e marzo per vendere la carne congelata, le vendite sono state deludenti, ha indicato un portavoce dell'Istituto, a causa anche della paura dei rivenditori delle possibile ripercussione degli attivisti contro la caccia alle balene.



Le nazioni occidentali che sono contrarie alla caccia alle balene e i gruppi ambientalisti condannano tutti gli anni le missioni, ribadendo che si tratta di una copertura del Giappone per la caccia commerciale che minaccia la popolazione di questi giganti mammiferi marini.
Il Giappone invece sostiene che la ricerca è necessaria e che c’è una robusta popolazione di balene in tutto il mondo, sostenendo, inoltre che la caccia alle balene fa parte della sua tradizione e accusa le nazioni occidentali di insensibilità culturale. 
Ci sono state diverse polemiche nell’ultima stagione di caccia alle balene, come l’accusa di Greenpeace al governo giapponese di aver distratto 30 milioni di dollari dal fondo di recupero dal terremoto verso la caccia alle balene.
Ora una scarsa domanda generale per la carne di balena, forse dovuta anche alle pressioni continue degli ambientalisti, e le importazioni islandesi di carne di balena a basso costo, starebbe creando un eccesso di offerta, che a sua volta rende programma di caccia alle balene del Giappone insostenibile.


source:http://gaianews.it; foto:www.geapress.org

07/02/13

Cetacean News

Mammiferi marini nel menú: 87 specie di cetacei consumati in 114 paesi differenti.

La battaglia tra le baleniere giapponesi e gli ambientalisti nei mari dell'Antartide, le stragi di globicefali nelle isole Faer Oer o dei del fini in Giappone, sono argomenti noti al mondo occidentale, ma ben poco si conosce sul resto dei mammiferi marini nel resto del mondo.

Un nuovo studio della Wildlife Conservation Society (WCS), pubblicato nel Biological Conservation, fa luce sul consumo umano globale di carne di mammiferi marini , basandosi su circa 900 fonti di informazione. Il risultato piú clamoroso è che dal 1990, in almeno 114 Paesi, sono state mangiate 87 specie di mammiferi marini. 

Naturalmente quello che oggi è diventato un tabù per molti consumatori occidentali, fino a pochi anni fa era usuale in molti Paesi, compresa l'Italia, dove si mangiava carne di delfino (il musciame) e di tartarughe marine, ma fortunatamente le cose stanno cambiano e la consapevolezza dell'intelligenza e della crescente rarità dei mammiferi marini ci ha portato a proteggerli.

Per realizzare un quadro statisticamente robusto del consumo umano di mammiferi marini nel mondo, i ricercatori della WCS hanno cominciato ad analizzare i dati sulla piccola pesca, concentrandosi su alcune specie di odontoceti, come ad esempio globicefali, delfini e focene, catturati dal 1975 e sui dati globali delle catture di mammiferi marini tra il 1966 e il 1975. Le 900 fonti consultate e le interviste con numerosi ricercatori, hanno prodotto un'indagine esaustiva che ha richiesto tre anni di lavoro. Il team ha tenuto conto solo delle informazioni con prove effettive di consumo umano di mammiferi marini, tralasciando i casi in cui sono stati catturati (intenzionalmente o no) per utilizzare la loro carne come esche per la pesca, mangime per altri animali, medicinali e altri usi.

L'elenco dei mammiferi marini uccisi per il consumo umano comprende specie misteriose come il mesoplodonte pigmeo (Mesoplodon peruvianus), la balena dal becco pigmeo, il platanista (Platanista gangetica, il delfino del fiume dell'Asia meridionale), il narvalo (Monodon monoceros), il cefalorinco eutropia (Cephalorhynchus eutropia, delfino cileno) e la focena di Burmeister (Phocoena spinipinnis). Ma nel menù degli esseri umani ci sono anche foche e leoni marini, specie note come l'otaria della California (Zalophus Californianus) e molto meno conosciute e più rare come la foca del Baikal (Phoca Sibirica). Tra i mammiferi marini che finiscono nel piatto dell'uomo bisogna annoverare anche l'orso polare (Ursus maritimus), tre specie di lamantini e il dugongo, la cui carne è considerata una prelibatezza in diversi Paesi.

Oltre a questa revisione globale, i ricercatori della WCS stanno lavorando in molti Paesi in via di sviluppo per valutare e contrastare la minaccia per le popolazioni di delfini locali che deriva dall'uso di mangiare la loro carne, col fine di elaborare delle misure di salvaguardia effettive. 

I ricercatori, infatti stanno giá lavorando con i pescatori locali per trasformare le popolazioni di balene e delfini come mezzi di sostentamento alternativi, attraverso l'eco-turismo ed il Whale Watching. 

source:www.greenreport.it

05/02/13

Cetacean news

Trova vomito di capodoglio: vale 117mila euro


Ken Wilman, accompagnato dal suo labrador Madge, ha trovato in una spiaggia del nord-ovest dell'Inghilterra il cosiddetto 'vomito di balena', la rarissima ambra grigia usata in profumeria potrebbe valere oltre 100 mila euro. Ken non si è reso conto della fortuna ma, tornato a casa, dopo qualche ricerca, è tornato indietro a prenderla."Di primo impatto il profumo era fastidioso, ma più la odoravo e più diventava piacevole" ha spiegato il britannico, descrivendo la sostanza che viene prodotta nell'intestino dei capodogli durante la digestione

Ora si è fatto avanti un acquirente francese che ha offerto 50mila euro.



 

source: http://video.repubblica.it/mondo/trova-vomito-di-capodoglio-vale-117mila-euro/118180/116644

04/02/13

Cetacean News

Esemplare di Tursiope impigliato nelle reti.

(Bosa) - Venerdì sera nella zona di S’Abba Drucche è stato rivenuto il corpo di un esemplare di Tursiops truncatus con la coda mozzata. L’esemplare misurava due metri e sessanta centimetri di lunghezza, per un peso di circa 250 chili, misure eccezionali per un individuo femmina. Dalle analisi effettuate dai biologi dell’Area marina protetta Capo Caccia Isola Piana ed il servizio veterinario della Asl, è emerso che la dentatura dell'esemplare appariva inoltre molto usurata. Non è quindi improbabile che il tursiope fosse abituato a cibarsi dalle reti dei pescatori per alimentarsi. Proprio questa abitudine potrebbe aver portato l’animale a rimanere impigliato tra le maglie e quindi ad annegare.

Source: La Nuova Sardegna, cronaca di Oristano.